Insonnia

L’insonnia consiste nella persistente difficoltà nel prendere sonno o rimanere addormentati, con significative conseguenze sul funzionamento diurno. Può essere acuta se presente da meno di 3 mesi, o cronica se presente per almeno 3 giorni alla settimana e da più di tre mesi.

Le cause dell’insonnia sono multicomponenziali: vi sono innanzitutto dei fattori predisponenti, cioè caratteristiche genetiche e di personalità che rendono alcune persone più vulnerabili e predisposte all’insonnia di altre, come l’essere persone ansiose e tendenti alla rimuginazione o l’avere il sonno leggero ecc. Vi sono poi fattori precipitanti, cioè eventi stressanti che determinano l’esordio dell’insonnia, tra questi vi possono essere lutti, separazioni, problemi familiari o sul lavoro, ecc. Infine vi sono fattori, detti perpetuanti, che mantengono il problema nel tempo rendendo l’insonnia cronica e non più dipendente da ciò che l’ha innescata. Tra questi vi sono abitudini scorrette (comportamenti di compensazione del sonno perduto che hanno un effetto controproducente – come fare sonnellini diurni) e pensieri e credenze disfunzionali legate al sonno che innescano un circolo vizioso di preoccupazione, agitazione e quindi difficoltà ulteriore a dormire.

L’insonnia è il disturbo del sonno maggiormente diffuso, circa il 10% della popolazione soffre di insonnia cronica, ed è considerata un fattore di rischio per l’insorgenza di disturbi medici e mentali. Il trattamento raccomandato dalle linee guida internazionali (American Academy of Physicians (USA), National Institute of Clinical Excellence (UK), European Sleep Research Society (EU)) è la terapia cognitivo-comportamentale dell’insonnia (CBT-I).

La CBT-I è un intervento breve (8-10 sedute) e focalizzato sull’insonnia che combina le tecniche cognitivo-comportamentali classiche e di terza generazione, di provata efficacia, con le conoscenze psicobiologiche recenti circa i meccanismi di regolazione del sonno.